Chiari secondo me – diario di un micro editore per passione

“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”. Così scriveva Daniel Pennac, scrittore francese del Novecento.

È questa la frase che gli organizzatori della dodicesima edizione della rassegna della Microeditoria di Chiari hanno scelto come citazione da scrivere su ciascun segnalibro distribuito in omaggio al folto pubblico di lettori, che dal 7 al 9 novembre ha ripopolato la splendida villa Mazzotti. La prima cosa che ho notato quando ho fatto il mio ingresso alla rassegna è stata questa. Forse perché è mia abitudine osservare per prima cosa i dettagli rispetto alle cose evidenti, forse perché ho sempre trovato Pennac uno scrittore molto interessante, o forse perché ho ritenuto che questa frase fosse in pieno stile con la tre giorni culturale alla quale mi stavo affacciando per la prima volta dalla parte dell’editore e non come semplice accanita lettrice, alla ricerca di qualche libro di qualità.

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PARTE LA 12° RASSEGNA DELLA MICROEDITORIA DI CHIARI

Sono circa le dieci del mattino quando i cento espositori iscritti alla rassegna fanno il loro ingresso nella villa per iniziare a allestire i propri stand. Ognuno a modo suo. Ognuno con una caratteristica diversa. Ognuno con le proprie opere settoriali.

C’è chi si occupa di narrativa per bambini e non perde occasione per agghindare il proprio tavolo con pupazzi e cartelloni colorati, chi edita libri di fantascienza e si presenta con una maglietta a tema, chi punta sul Natale alle porte, decorando lo stand con i primi addobbi natalizi. Anche nella disposizione dei libri ognuno gioca di fantasia per richiamare l’attenzione del pubblico.

Sapere che tra quegli stand, dall’altra parte del tavolo, ci sono anch’io con la casa editrice Errekappa per cui collaboro è un’emozione unica. Dopo 24 ore dalla conclusione della fiera, riesco ancora a sentire le farfalle nello stomaco. Non solo per l’onore di far parte di una rassegna che da anni è un punto di riferimento per i lettori, arrivati a visitare il festival da tutto il nord Italia, ma anche per avere una piccola missione da compiere: trasmettere loro la passione, l’impegno e il desiderio di regalare un prodotto unico, frutto di un accurato labor limae, espressione di sacrificio e amore per l’attività che si svolge. Attività che comunque, per gran parte degli editori presenti a Chiari, non corrisponde al principale lavoro e fonte di reddito, ma un’attività secondaria svolta per e con pura passione.

MICROEDITORIA, UN LAVORO PER PASSIONE

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Mentre svuotiamo gli scatoloni e cerchiamo di rendere il più colorato possibile il nostro stand scambiamo quattro chiacchiere con i nostri vicini di casa, anche loro nella vita professionale si occupano di altro, perché purtroppo in Italia è difficile sbarcare il lunario vivendo solo di Microeditoria e di cultura. C’è chi fa marketing, chi è grafico, chi fotografo, chi cura l’export per un’azienda.
Tutti gli espositori però, nonostante il proprio impiego, sono riusciti a dedicare tempo e costanza per coronare il sogno di una vita: aprire una casa editrice e riuscire a editare qualche libro, nella speranza che un giorno la ruota giri e venga il momento per dedicare tutti i propri sforzi solo a quel mondo meraviglioso.

Sì, perché sono i piccoli editori che spesso hanno la capacità e la sensibilità
per individuare scrittori talentuosi che meritano di poter emergere, facendoli realmente decollare. Sono i piccoli editori che prima di andare a dormire, dopo una giornata di lavoro, trovano la voglia e il tempo di rileggere di nuovo l’ultima bozza che sta per andare in stampa, per essere davvero sicuri che non ci siano errori. Sono loro che conoscono i propri autori per soprannome, ne conoscono l’accento e le abitudini, conoscono la loro grinta e la loro voglia di comunicare il proprio messaggio ed è per questo che cercano di dedicargli il massimo della visibilità. Sono loro che organizzano le presentazioni nelle librerie, loro che conoscono a memoria le frasi dei propri libri appena editati, loro che li amano per primi, ancor prima che i lettori che scelgono proprio quello come testo da leggere.

Più che la felicità, tema ufficiale della rassegna, credo sia stata la passione la vera protagonista di questo festival.

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Prova ne è il fatto che le speranze di molti espositori non sono tanto quelle di vendere più libri possibili, di fare business, ma diffondere il proprio messaggio: la passione per la buona poesia contemporanea, l’entusiasmo per un nuovo approccio alla vita, ancora da molti sconosciuto, quella per un libro per bambini ben costruito, che non sia necessariamente il più conosciuto ma quello che ti lasci qualcosa nel cuore.

Così, la mia prima giornata di fiera l’ho passata ad ascoltare poesie che l’editore accanto al mio stand, con tanto di alloro in testa, leggeva a chiunque gli si avvicinasse, solo per il gusto di riempire l’aria con la note della dea Calliope..

Grazie all’adrenalina per la nuova esperienza e all’energia che ci contraddistingue, nonostante il lungo viaggio da Carpi a Chiari e la stanchezza per esserci svegliate all’alba, siamo riuscite ad arrivare fino alla fine del primo giorno di fiera. Copriamo allora con cura i nostri tesori e ci incamminiamo verso al macchina.

SECONDO GIORNO TRA LIBRI E PASSIONE

Varcare la soglia di Villa Mazzotti il giorno seguente, riposata e con una nuova energia, è stato come entrare in un sogno ad occhi aperti.

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Basta fermarsi un attimo nello splendido ingresso della villa per sentire quel profumo inconfondibile di carta nuova, ancora mai sfogliata, che emerge nell’aria man mano che gli espositori scoprono i loro stand e lasciano splendere i loro capolavori. La luce del sole si riflette sui mosaici del soffitto della casa novecentesca, illuminando le opere e i volti dei primi visitatori curiosi.

Ma ormai sono le 10, è ora di ritornare in me e correre allo stand di Errekappa: sono infatti arrivati gruppi di scolaresche interessati ad alcune delle nostre proposte.

Curioso è stato per me, alle prime armi come venditrice, capire il target di utenti dei nostri libri. Nel nostro caso in particolare erano le ragazze a essere maggiormente interessate al Manuale delle relazioni, i ragazzi al libro Oscuramente di Gianluca Giusti sull’utilizzo del nostro cervello, le nonne e non le mamme le maggiori acquirenti di favole per bambini.

IMG_7124Intanto tra qualche vendita, quattro chiacchiere con i vicini di stand e una corposa distribuzioni di segnalibri pubblicitari, è arrivato il tanto atteso momento: la presentazione del nostro ultimo libro in uscita: “Il manuale delle relazioni” di George Pransky. Con un sorriso naturale, una parlantina spigliata e una professionalità ben visibile a tutti Alessandro Saramin e Chiara Grandin hanno stupito e coinvolto un pubblico ammaliato sul tema delle relazioni e su come l’approccio Tre Prinicpi riesca, senza sforzo, a farle andare per il meglio.

Nei momenti di meno affluenza gli editori ne approfittano per scambiarsi le proprie esperienze nel settore e per conoscersi meglio, approfondendo problematiche note a molti del settore, come l’inefficienza dei canali distributivi per i piccoli editori. C’è allora chi prova a inventarsi nuove vie distributive, approfittando del gran numero di editori per divulgare la propria idea e cercare di fare gruppo. C’è qualche tipografo che prova a farsi pubblicità così come una grafica. Uno scrittore che lascia il proprio biglietto da visita.

La fiera della Microeditoria offre indubbiamente grandi possibilità: quella di farsi conoscere e quella di condividere idee innovative volte a rendere forte e stabile anche il settore della Microeditoria.

ULTIMO GIORNO A VILLA MAZZOTTI

In un battibaleno siamo già a domenica 9, l’ultimo giorno di questa mia splendida esperienza professionale.

Mentre io e Monica scendiamo a far colazione nel nostro hotel incontriamo Gianluca Giusti l’autore di uno dei nostri libri, Oscuramente. Con un accento toscano che mette di buon umore scambiamo quattro chiacchiere e beviamo un caffè. Il bello di essere micro editori è anche questo. Si possono conoscere gli scrittori e approfondire con loro direttamente le tematiche proposte dei loro libri.

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E Giusti starà con noi tutta la mattina al nostro stand cercando di catturare l’attenzione dei lettori incuriositi dal tema scelto dall’autore: usiamo davvero solo il 10% del nostro cervello?

Tra qualche acquisto e qualche dibattito siamo già arrivati all’ora di pranzo. Al primo piano di villa Mazzotti gli organizzatori della fiera hanno allestito un gustoso buffet. Impossibile resistere.

Nel pomeriggio sono i bambini con la loro allegria e la loro straordinaria curiosità i veri protagonisti della fiera.

Beatrice, non più di 8/9 anni, tra tutti i piccoli ospiti a cui ho mostrato la nostra offerta di libri a loro dedicata, è quella che mi ha colpito maggiormente.
Capelli lunghi biondi due occhiali da professoressa, una parlantina spigliata e un lessico degno di chi ha masticato già molta letteratura di qualità per bambini. Della serie…piccoli lettori crescono. Sono piacevolmente stupita del fatto che molti bambini siano ancora davvero appassionati alle buone letture, segno che nonostante tutto, nessun programma televisivo, nessun gioco sulla play station potrà mai sostituire una bella storia che solletichi la loro fervida fantasia.

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CHIARI, FIERA DEI SOGNI

Ahimé ormai sono le 20, e questa tre giorni culturale intensissima è giunta al termine.

Noi di Errekappa, stanche ma con un po’ di tristezza nel cuore per aver concluso questa bella esperienza, iniziamo a riporre accuratamente i libri negli scatoloni per riportali a casa.

Villa Mazzotti lentamente si svuota, si scolora, perde vita e profumo. Ciascun editore saluta il suo vicino di stand, con qualcuno sono nate belle amicizie da portare a casa con sé. Le automobili lasciano il vialetto, ancora allestito con frasi di autori celebri che inneggiano alla felicità.

Chiari per me ha rappresentato molto di più di un’esperienza professionale: è stata un’esperienza di vita, una full immersion in un mondo di idee e nuove possibilità, di sogni e di persone determinate a raggiungerli, in un mondo in cui ci si sente vivi e pieni di “nuovi inizi”, per dirla con i Tre Principi.

 

Giulia Rossi

 

 

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