Da dove viene la paura del futuro

Il futuro è possibilità, il futuro è una nuova vita che viene al mondo, è un sogno realizzato per cui lottiamo da tanto, è crescere.

Talvolta la paura del futuro è dover abbandonare persone care, mentre la speranza nel futuro è raggiungere un obiettivo. È una notizia che non ti aspettavi, ma sappi che uno dei sostantivi che più spesso accompagna la parola futuro è proprio paura.

L’uomo da sempre ha paura del futuro. L’immancabile trepidazione per l’ignoto è fida compagna di quel brivido che ci passa lungo la schiena se pensiamo a che cosa ci riserverà la vita.

Ma perché abbiamo così tanta paura del futuro? A rispondere è Monica Fava, facilitatore Tre Principi:

L’Essere Umano adora immaginare, adora creare delle storie. È attirato dall’immenso potenziale che ha di inventare qualsiasi cosa abbia voglia in quel momento e quindi quando inizia ad immaginare storie, ci si immerge sempre di più ed è attratto da questo fascino.

La paura del futuro: come nasce

Quando noi guardiamo un film, ci immergiamo nella lettura di un libro o ascoltiamo una storia o un racconto tutto ciò passa nella nostra mente esattamente come quando pensiamo o immaginiamo un episodio noi stessi e la cosa affascinante di questo processo è che proviamo delle sensazioni strettamente legate quei pensieri, a quelle storie.

Se state guardando un thriller e siete presi dalla storia, il cuore inizia a battere più velocemente, il fiato si fa più corto e i muscoli si tendono… Se state ascoltando, immaginando o leggendo una storia molte triste, possono scendere lacrime dai vostri occhi, il nodo in gola e il dolore che lo accompagna sono reali.  Tutto ciò accade perché siamo progettati per sentire e provare emozionalmente e con le sensazioni ciò che ci passa per la testa, quindi i nostri pensieri.

Indipendentemente dal fatto che una pensiero sia nato in seguito a qualcosa che abbiamo letto, visto in tv, visto accadere nella vita reale o sperimentato in prima persona, la sensazione che il nostro pensiero produce è vera in ogni caso, sempre. La nostra esperienza di realtà si crea dall’interno verso l’esterno.

Se vuoi approfondire questo concetto, ti consiglio il libro di Michael Neill, La rivoluzione Inside-Out.

Libro La rivoluzione Inside-Out

Paura del futuro: tra emozioni e immaginazione

L’essere umano si sente vivo quando prova emozioni. Felicità, tristezza, angoscia, euforia: non importa quale sia l’emozione, ciò che conta è sentirla. Per questo motivo, molte persone amano guardare film di paura, leggere romanzi o giocare a giochi di ruolo.

Quando combiniamo il fascino delle storie con il bisogno di provare emozioni, capiamo perché amiamo immaginare. Tuttavia, l’immaginazione può trasformarsi in paura del futuro, spingendoci a creare scenari negativi nella nostra mente.

Come la paura del futuro prende il sopravvento

Pensiamo a una madre il cui figlio è uscito con gli amici per prendere un gelato. Si sono accordati per il rientro alle 23:00, ma sono le 23:10 e il ragazzo non è ancora tornato. All’inizio, la madre pensa che si stiano divertendo e abbiano perso la cognizione del tempo.

Alle 23:15, inizia a immaginare cosa dirà al figlio quando rientrerà. 5 minuti più tardi pensa che forse si è bucata la ruota della bicicletta e sta tornando a piedi. Alle 23:25, il cuore le batte più forte e la mente inizia a dipingere scenari sempre più drammatici: forse suo figlio è stato investito e giace in un fosso.

Decide di chiamarlo, ma il cellulare squilla sul tavolo d’ingresso: lo ha dimenticato. A quel punto, si mette le scarpe e la giacca per uscire a cercarlo. Alle 23:27, il figlio entra tranquillamente in casa.

Cosa è successo nella mente della madre? Quanto ha creduto vero il suo ultimo pensiero?

Paura del futuro: come gestirla

Questo meccanismo è lo stesso che si innesca quando pensiamo al nostro futuro. Inizialmente, abbiamo pensieri positivi, ma più riflettiamo su un evento, più iniziamo a immaginare tutto ciò che potrebbe andare storto.

Più ci concentriamo su questi scenari negativi, più la paura del futuro cresce dentro di noi, facendoci provare emozioni reali legate a situazioni che non sono mai accadute e che forse non accadranno mai.

Se conosci qualcuno che vive costantemente questa esperienza, condividi con lui questo articolo: potrebbe aiutarlo a vedere le cose da una prospettiva diversa.

paura del futuro

Quando immaginazione e memoria si uniscono

Le cose si complicano quando la nostra immaginazione viene supportata dalla memoria e, quindi, da esperienze passate vissute o semplicemente lette, viste o raccontate.

Il nostro passato, che oggi è solo un pensiero, può aver subito lo stesso processo mentale della madre che temeva per il figlio in ritardo. Anche se si tratta di un pensiero triste o negativo, ci sembra qualcosa di concreto, possibile e reale.

Unito all’immaginazione e rafforzato dalle nostre sensazioni, lo scenario che immaginiamo per il nostro futuro assume un valore di assoluta verità. Più ci crediamo, più cresce la nostra paura del futuro.

L’illusione del pensiero

In realtà, nessuno può sapere con certezza cosa accadrà nel futuro. Avere paura di qualcosa che non possiamo prevedere è come scappare via da una sala cinematografica perché crediamo che il mostro sullo schermo possa uscire e farci del male.

Conosci la leggenda secondo cui, durante la proiezione del film dei fratelli Lumière, L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, gli spettatori fuggirono dalla sala pensando che il treno stesse davvero uscendo dallo schermo?

Ecco, ci comportiamo esattamente allo stesso modo ogni volta che agiamo sulla base delle nostre paure immaginate, rendendole talmente potenti da sembrarci vere.

Come superare la paura del futuro?

In ogni situazione, è molto più utile concentrarsi sul qui e ora, senza perdersi nelle trappole della mente. Se riusciamo a vivere pienamente il momento presente, otteniamo due grandi risultati:

  1. Eliminiamo la paura delle illusioni, perché comprendiamo che i nostri pensieri non sono la realtà.
  2. Aumentiamo la concentrazione, accedendo a tutte le nostre risorse interiori per dare il meglio di noi stessi.

Il passato è finito, il futuro deve ancora iniziare: l’unico momento reale è il presente. Vivendo nel presente, raggiungiamo uno stato di quiete e profonda connessione con noi stessi e con il mondo, trovandoci nel luogo migliore per affrontare ogni situazione con lucidità e consapevolezza.

“Quando viviamo il presente, siamo in uno stato di quiete e profonda connessione con noi stessi e con il mondo intero, quindi nel luogo migliore per accedere a tutte le nostre risorse e dare il meglio di noi stessi”, conclude Monica Fava.

Per comprendere in profondità questo meccanismo – non solo con l’intelletto, ma con la tua consapevolezza – ti consiglio il libro di Jack Pransky, Qualcuno avrebbe dovuto dirtelo! 

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