Quando fai pace con il cervello…

Fine luglio, è estate ed è caldissimo. Ci si sveglia presto al mattino per assaporare le poche ore di aria fresca che per fortuna ha lasciato dietro di sé la notte.

Mio figlio si è alzato emozionato pensando agli accordi che ieri sera ha preso con i suoi amici vicini di casa, di incontrarsi l’indomani per giocare. Non ha voglia di fare colazione, scalpita e smania dal desiderio di andare in giardino e vedere se al di là della rete di recinzione gli amici sono già usciti di casa. Sente le voci degli amici nella sua mente, sembra proprio che lo stiano chiamando, eppure sono le 7.45 del mattino e in giardino ci sono solo le galline che razzolano in attesa della pappa, i rospi che gracidano, i picchi che lavorano alacremente e le tortore che si fanno il bagno nello stagno…

Non c’è verso di ingolosirlo con nessun cibo, la colazione proprio non la vuole fare. Lo lascio andare giù in giardino, almeno capirà che le voci che sentiva erano solo frutto della sua mente.

Eppure non basta, è determinato a restare in giardino ad attendere gli amici e anche se non potrà andare a giocare con loro fino alle 10.00, queste sono le regole estive, è determinato ad osservare l’orologio in attesa di veder brillare sul quadrante il fatidico 10:00.

Come mamma non posso permettere che salti il pasto più importante della giornata solo perché l’entusiasmo ha impegnato tutto il suo pensiero e il fracasso che il desiderio di giocare produce non gli permette di sentire lo stimolo della fame. So che ha fame e so che non può sentirlo, eccitato com’è in questo momento.

Che fare?

Idea!

Una colazione insieme, a cavallo sul ponticello dello stagno, al fresco, tra suoni e profumi della natura… Prendo il vassoio, preparo i succhi, la frutta, lo yogurt ed i biscotti e scendo. Lui mi guarda stupito, senza capire cosa sto facendo, lo chiamo accanto a me e lo stupore lo distoglie dal pensiero fisso e come in trance mi segue. Mi siedo, lui fa altrettanto di fronte a me, poso in mezzo a noi il vassoio con la colazione e porgendogli una pesca succosa gli chiedo notizie dei suoi amici. Lui inizia a mangiare, a raccontare, a spiegarmi il programma della mattinata tra un sorso di succo e un biscotto.

Nel frattempo scorgiamo un piccolissimo rospetto, era girino fino a pochi giorni fa, inseguito dalle gambusie affamate che attraversa lo stagno, si nasconde sotto ai fiori di loto e si mette in salvo tra i petali di una ninfea rosa. Le gambusie nel frattempo saltano una sull’altra per accaparrarsi qualche briciola di biscotto che ci cade nell’acqua. Il gatto Isidoro si avvicina per vedere se c’è qualcosa da sgranocchiare anche per lui. Poco dopo anche una gallina, volata fuori dal recinto si avvicina nella speranza di trovare un po’ di cibo alternativo, ma resta a distanza dato che sulla via ha incontrato qualche succulento lombrico sbucato fuori dalla terra appena irrigata.

Ecco che la colazione è finita, i pensieri si sono diradati e subito gli viene in mente che prima di andare a giocare con gli amici ha ancora il tempo di giocare un po’ con i lego e le macchinine…

 

Quando evitiamo di attaccarci alle regole, alle abitudini e a tutto ciò che pensiamo si debba fare, quando facciamo pace con il nostro cervello insomma, diventiamo super creativi e nascono idee originali per risolvere situazione che avrebbero potuto sfociare in un potenziale conflitto.

… siamo però esseri umani e non sempre accade, ma è bello sapere come funzioniamo e sapere che quando la mente si quieta la saggezza emerge SEMPRE!!!

Buona estate!

Monica Fava

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