Un grosso autobus giallo parcheggiato proprio davanti all’ingresso del Foro Boario di Modena, la location scelta come sede del Buk Festival della Microeditoria, attira l’attenzione dei passanti e anche la mia. Una nuova e un tantino insolita fermata non segnalata del trasporto urbano? Forse. Ma salendo a bordo, spinta dalla curiosità che mi contraddistingue, noto con piacere che, in realtà, al posto dei passeggeri, le sedie sono ricolme di libri. Libri veri. Come a dire che i protagonisti della fiera sono arrivati a destinazione e non vedono l’ora di conoscere i loro futuri lettori.
E allora non posso che cogliere l’invito, ed entrare nel luogo dove le preziose pagine dei piccoli e medi editori prendono vita e diventano i compagni di viaggio preferiti di molti lettori che vagano, grazie a loro, verso mondi fantastici ed eterni.
Varcando la porta d’ingresso una pioggia di volantini, segnalibro omaggio e inviti a presentazioni varie mi cade in mano.
Soprattutto in queste occasioni, ogni editore cerca di dare il massimo di sé per farsi conoscere, per mostrare tutto il lavoro che ha svolto in preparazione alla fiera, per far conoscere al pubblico i propri autori e i propri libri.
Mentre percorro il corridoio dove sono disposti gli stand, riconosco con piacere molti volti amici: sono gli editori che ho conosciuto durante il Festival della Microeditoria di Chiari lo scorso novembre.
Ho avuto modo di partecipare alle fiere da “addetta ai lavori” solo due volte nella mia vita ma, in entrambi i casi, ciò che mi ha colpito maggiormente sono i legami che si creano con persone prima completamente sconosciute e che, improvvisamente, diventano amici.
Sarà perché nel mondo dell’editoria tutti sono legati dalla stessa vitale passione per i libri, sarà perché assieme alle gioie si condividono pure gli stessi “dolori” e la solidarietà non manca, sarà perché stando per due giorni di fila gomito a gomito si ha modo di scambiarsi le proprie esperienze lavorative e i propri vissuti. Sta di fatto che come a Chiari, anche a Modena, è stato per me come far parte di una grande famiglia.
Un po’ frastornata dal caos per il numeroso pubblico che affolla il festival, arrivo finalmente allo stand 70, quello di Errekappa, dove è già arrivato Alessandro Saramin, il facilitatore e fondatore della scuola Tre Principi Italia, che si sta preparando per presentare, assieme a Monica Fava, Il manuale delle relazioni di George Pransky.
“Posso chiedervi una cosa? Alzatevi in piedi, bene: adesso mettetevi seduti. Ok, ora rialzatevi in piedi. Potete sedervi”.
Alessandro in pochi secondi ha già catturato l’attenzione del pubblico che svolge incuriosito quanto richiesto, pur senza capire come mai.
Ma la risposta arriva presto: “Qualcuno di voi ha avuto paura, nel sedersi, che la sedia non reggesse? No, perché? Perché è di ferro, è resistente. In quanti vorrebbero avere la certezza che, come la sedia, anche la propria relazione sentimentale fosse così solida?”.
Seguendo lo stile de Il manuale delle relazioni, il trainer non dà consigli, non prescrive ricette, né fornisce tecniche valide per salvare le relazioni in pericolo, ma cerca di far capire al pubblico che le riposte vanno cercate in se stessi perché: “Quando sai come funziona la fisica sai di poter costruire la tua sedia”, conclude.
Domenica 22 febbraio è stato per me il giorno delle prime volte. È toccato a me infatti intervistare, con un po’ di emozione, lo scrittore Gianluca Giusti, che ha così presentato il suo libro OscuraMente – È vero che usiamo solo il 10% del nostro cervello?, davanti al folto e interessato pubblico della sala Tignous del Foro Boario.
Tanti i temi affrontati per ripercorrere interamente il libro, soffermandosi con attenzione sui suoi punti più salienti, come il capitolo IV, in cui viene sottolineato che nel giudicare il cervello umano non sia tanto importante quanto cervello viene usato ma come viene usato.
Sul finire della presentazione, una domanda di un bambino lascia tutti a bocca aperta: “E quando ci evolveremo ancora di più che fine faranno le emozioni?”.
Ai posteri l’ardua sentenza.
E, a proposito di bambini un’altra cosa che mi ha colpito molto del Buk festival è il gran numero di bimbi, molti dei quali neonati, dietro gli stand in braccio ai loro papà e alle loro mamme editori. Segno che, ancora una volta, il mondo della piccola editoria sia proprio una grande famiglia.
L’ultima presentazione organizzata da Errekappa Edizioni è quella del libro Genitori dal cuore di Jack Pransky a cura di Simona Ronchiadin, madre e coach della scuola Tre Principi.
Purtroppo, essendo impegnata allo stand, io non ho potuto ascoltarla, ma quello che non dimenticherò è il volto disteso e felice di Simona prima di affrontare il pubblico, una tranquillità tipica di chi è in contatto con la propria saggezza interiore e non vede l’ora di trasmettere agli altri ciò che de viene dal cuore.
Sì, dal cuore, perché secondo Pransky, nelle relazioni genitori-figli per cercare le soluzioni più giuste per ognuno di noi e per i nostri ragazzi è proprio ciò che bisogna usare.
Concluso il mio lavoro, è arrivato per me il momento di tornare a casa, ma prima di uscire non posso non concedermi qualche acquisto.
Girando tra gli stand la mia attenzione viene attirata da una simpatica coppia di editori anziani. I due mi lasciano un volantino su cui c’è scritto: “Leggi il libro, trova Mariù e vinci mille euro”, incuriosita chiedo spiegazioni: Mariù è la misteriosa ex fidanzata dell’editore, scomparsa all’improvviso negli anni ’50 senza dare spiegazioni.
Da allora, Efrem, è questo il nome dell’inguaribile romantico in questione, la cerca disperatamente. Sorrido.
Mentre saluto la titolare di Errekappa Monica Fava, ringraziandola per la bella esperienza, l’occhio mi cade su alcuni libri di attualità di natura giornalistica, in esposizione sullo stand accanto al nostro.
L’editrice mi confida di essere andata fino a Francoforte per richiedere i diritti d’autore, al fine di poter ripubblicare i libri, tradotti in Italiano.
“Sono libri che ho fortemente voluto, perché chi li ha scritti, vuole divulgare un messaggio importante, ad esempio, nel caso dei due medici norvegesi, far conoscere ai lettori cosa stia succedendo nella striscia di Gaza ai civili”.
Questa frase mi ha dato un’ulteriore conferma di quanto il mondo della Microeditoria sia pieno di passione, di amore verso i libri e di fiducia nelle loro potenzialità.
Giulia Rossi