Viaggiare significa mettersi in gioco, iniziare ad interrogarsi sulle proprie credenze, le proprie abitudini, sul proprio modo di pensare e fare.
Viaggiare significa scoprire personalmente che esiste un altrove, che esiste l’altro, che esiste un altro modo di parlare, pensare, vivere, mangiare, dormire…
Il viaggio è sempre stato considerato una prova importante per crescere, evolvere, migliorare. In letteratura i viaggi, sin dai tempi delle favole popolari, sono stati metafore di percorsi evolutivi.
La lettura di un libro è come un viaggio che intraprendiamo senza muoverci, ma attraverso il quale stimoliamo la nostra mente, il nostro cuore, le nostre emozioni e i nostri sensi; la lettura di un libro di viaggio moltiplica all’infinito le potenzialità di un libro per le potenzialità di un viaggio, producendo un risultato incredibile nell’anima del lettore-viaggiatore.
Adoro leggere di viaggi e viaggiatori e questi sono alcuni dei libri di viaggio che ho amato di più:
Le mie letture di viaggio da adolescente…
Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne è un classico indispensabile per iniziare a leggere racconti di viaggi. Nonostante il protagonista, Mr. Fog non sia il tipico viaggiatore interessato alla scoperta di luoghi, dato che il suo unico obiettivo pare essere il viaggio stesso…
Comprendete bene che non è lecito a un uomo sano di mente passare la sua vita a saltare da una nave a una ferrovia e da una ferrovia a una nave col pretesto di fare il giro del mondo in ottanta giorni!
Gli ingredienti che rendono avvincente questo racconto sono il fascino del viaggio, della scoperta, dell’imprevisto, intrecciato all’ingegnoso mistero che fa da sottofondo all’intero romanzo, e la divertente caratterizzazione dei personaggi, accurata ma che, al tempo stesso lascia tanto spazio all’immaginazione del lettore.
Quando il viaggio diventa un pretesto per la satira, I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift è in prima fila.
Inoltre ero più assetato che mai di vedere il mondo, malgrado gli ultimi rovesci che mi si erano abbattuti sul capo.
I viaggi di Gulliver possono essere considerati un’esplorazione delle varie forme di romanzo: al suo interno, sapientemente intrecciate troviamo la forma del romance, fantastico e precursore della fantascienza come la conosciamo oggi e del novel, realistico. Il viaggio è utilizzato come pretesto per allontanarsi dal mondo realistico ed entrare in un mondo fantastico, ma solo in apparenza, perché è proprio attraverso la narrazione fantastica che si ironizza sulla società contemporanea dell’autore.
Pacunaimba (L’avventuroso viaggio di Santo Emanuele) di Michele D’Ignazio è un bel romanzo per bambini e giovani lettori che hanno il gusto dell’avventura, un ragazzo semplice e un po’ imbranato, viene spedito al centro della foresta amazzonica per ritrovare un lontano e sconosciuto parente. Tra contrattempi, stranezze, serpenti e foreste, Santo Emanuele cresce rapidamente, diventano padrone di se stesso.
Santo Emanuele aveva l’impressione ormai di saltare da un mondo all’altro, sballottato in una realtà sognante fatta di polvere, sorrisi e abbracci. E un grande caldo.
Quando si cresce e si cerca di fare i conti con la realtà, con il mondo, con se stessi, si intraprendono anche viaggi pericolosi o assolutamente inaspettati come nel caso di Evan in Fuga dall’Illusione di Brian Rubenstein.
Un vero e proprio romanzo di formazione, dove nel suo viaggio introspettivo di crescita si inserisce uno strano e brevissimo viaggio in Africa che segnerà la svolta nella vita del giovane Ev.
Faccio questo lavoro da quasi trent’anni. Ho visto gente arrivare da ogni parte del mondo, sedersi davanti a questo fuoco, dopo una lunga giornata passata nella natura con quelle incredibili creature del Creatore, e ho visto come il silenzio della savana faccia sempre lo stesso effetto. Tutti si calmano e sprofondano nei propri pensieri, cercando di risolvere l’irrisolto. All’inizio, la maggioranza di loro non ne è cosciente, ma io credo che sia questa la vera ragione per la quale vengono qui, non solo per fare il grande safari a 5 stelle dal retro della Land Rover, bensì per cercare di trovare pace nel silenzio.
Quando poi ho voglia di mare e cerco storie e racconti di viaggio ambientati sull’acqua, due sono le mie ancore di salvezza alle quali mi attacco dalla prima all’ultima riga:
Il Ciclope di Paolo Rumiz l’ho scoperto mentre ero in viaggio sola, in attesa che i miei compagni mi raggiungessero il giorno dopo, ho fatto quello che faccio sempre quando sono sola, ho setacciato tutte le librerie del luogo e ho scelto lasciandomi guidare dal senso di solitudine che era in me… E cosa c’è di più solitario di un faro su una minuscola isola in mezzo al mare?
Troppo improvviso il passaggio dal pieno al vuoto di questo luogo. Forse è il corpo che tenta di resistere al risucchio del nulla. Perché davvero, qui, se sei solo, rischi di diventare matto. Parli con te stesso, ti viene naturale, e non ti accorgi di farlo per il semplice motivo che hai le ali del tuo Doppio accanto, qualcosa di simile a un angelo custode.
Racconti di mare e tempesta ET Biblioteca in cui sono raccolti racconti di Conrad, Balzac, Defoe, Melville, Conan Doyle, Jack London, Jule Verne, ancora lui, Dickens, Pirandello, Verga, Fitzgerald e tanti altri.
Così fecero rotta verso ovest-non-ovest. Il vento, già abbastanza forte, si trasformò in tempesta la sera del 4 maggio. Le onde erano talmente grandi che inghiottivano la barca. Sembrava che non riuscisse a rimanere a galla. Il pericolo aumentava di momento in momento. I reietti, zuppi e gelati, ebbero solo una tazza di tè al rum e un pezzo di panfrutto mezzo marcio per ristorarsi.
E nel mio desiderio di Oriente, di Introspezione, di Cammino:
Autostop con Buddha di Will Ferguson, Viaggio attraverso il Giappone mi ha trasportata in Giappone per qualche giorno.
Ogni tanto la voglia di visitare il Giappone mi prende, mi affascina, ma non sono certa che sia quella la mia meta e così leggo e questa è stata una lettura piacevolissima di viaggio e di cammino alla scoperta del Giappone in tutte le sue sfaccettature.
È una terra che ispira metafore. L’hanno paragonata a una cipolla: uno strato dopo l’altro a ricoprire… il nulla. Qualcuno l’ha definita un labirinto, una fortezza, un giardino. Una prigione. Un paradiso. Ma per alcuni il Giappone è una via da percorrere.
Con i piedi per terra di Giacomo Luppi Da Tutuala a Modena con lo zaino in spalla è un bel viaggio lungo, soprattutto se decidi di non prendere aerei.
Forse ispirato da Terzani, Giacomo Luppi decide di attraversare Indonesia, Malesia, Thailandia, Laos, Vietnam, Cina, Kyrgyzstan, Usbekistan, Kazakhstan, Iran, Turchia e Grecia per rientrare dall’Australia in Italia. Tanti sono i passaggi che ho sottolineato in questo libro, se avete voglia di confrontarvi con il senso della vita, il senso di giustizia, il senso del denaro, dell’indispensabile e dell’eccesso, della gratitudine e della solidarietà è un libro per voi. Ma qui citerò quello che ha rappresentato da sempre per me una consapevolezza e un cruccio, magari non è il passaggio più significativo del libro, ma di sicuro illuminante per vedere l’illusione nella quale viviamo.
“Guardami! Sto camminando, sono in ciabatte; per sfortuna devo attraversare una porzione di suolo che tu (o chi prima di te) un giorno ha dichiarato tuo, decretando che chiunque volesse toccare quel pezzo di terra dovesse mostrarti dei fogli scarabocchiati da altri individui ottusi come te. Guarda gli uccelli là in alto: stanno mangiando su quegli alberi, poi forse voleranno a cagare in Cina, e tu non potrai impedirlo loro. Perché la Terra non è tua, come non è mia o di nessun altro. La Terra c’era prima di noi e continuerà ad esserci dopo; per cui non farti il sangue amaro e lasciami passare.” Questo fu il pensiero che attraversò la mia mente nella frazione di un secondo, prima che optassi per un sorriso ebete ed un asettico “Thank you”.
Sono tanti i libri di Tiziano Terzani che avrei potuto inserire in questa raccolta, ma ho scelto Un indovino mi disse perché ben si sposa con gli altri due camminatori citati prima (Ferguson e Luppi) e se sei un globtrotter o hai sempre sognato di esserlo o magari proprio non li capisci e vuoi scoprire cosa ci provino a viaggiare a piedi o con mezzi terrestri in luoghi lontani, questo è un’ottimo modo per scoprirlo.
E per finire, un classico, che ho in quella meravigliosa edizione del 1991 di Editori Laterza, rilegato con una copertina ricoperta in tessuto color carta da zucchero, una carta spessa di color avorio che mantiene intatto il suo profumo di carta preziosa cucita filo refe.
Bisogna aspettare che cali la sera e, senza far rumore, andare lungo i muri, salire su per una delle colline, sedersi sulle vecchie pietre o stare in silenzio a guardare l’acqua che scorre sotto il ponteggi ferro, e la si sente; non forte, non stentorea, ma lieve, gentile, quasi un mormorio, come la brezza; ma la si sente: la voce della storia. Malacca è uno di quei posti.
E per finire, un classico, che ho in quella meravigliosa edizione del 1991 di Editori Laterza, rilegato con una copertina ricoperta in tessuto color carta da zucchero, una carta spessa di color avorio che mantiene intatto il suo profumo di carta preziosa cucita filo refe. Purtroppo non lo vedo disponibile attualmente in nessuna edizione, ma di sicuro qualche bravo libraio ne avrà ancora qualche copia, certatelo!
Viaggio intorno al mondo di Georg Forster è magico, scritto nel 1777. Le analisi della scoperte antropologiche, geografiche e naturalistiche via via acquisite si accompagnano a puntuali considerazioni sugli europei e sulla loro ottica di “esploratori”.
Con sin troppa facilità si trascurano cose che, per così dire, “stanno davanti all’uscio di casa”, soprattutto se si va “a caccia di scoperte” delle quali comunemente si crede sempre che abbiano tanto maggiore importanza nell’esatta misura in cui riguardino paesi molto più lontani. […]
Il viaggio è scoperta interiore prima ancora che del mondo che ci circonda, ma viaggiare ha anche un ruolo importante nello sviluppo della nostra civiltà e vi invito a considerare cona attenzione oltre al dove, anche il come ed il perché!
A tal proposito ecco qui una bella visione del viaggio scritta nel libro “L’arte del lusso” Breve trattato sul lusso, seguito da un catalogo ragionato di luoghi, oggetti, atteggiamenti e pensieri, di Robert Colonna D’Istria.
Il viaggio è un po’ come l’amore: sempre più gente lo fa, ma statisticamente lo fanno bene in pochi. […]
Il viaggio mantiene il gusto per la bellezza, la forza di volerla, il suo desiderio, e l’attitudine a trovarla. I veri viaggiatori non partono per trovare qualcosa, per guadagnare qualcosa, ma semplicemente per partire. Lontano dalle proprie abitudini, dai propri riferimenti, dai propri pregiudizi, si guadagna freschezza, leggerezza, in disponibilità, di corpo e di spirito, a captare impressioni, sentire odori, vedere e apprezzare colori nuovi, essere invocassi da emozioni nuove.
Buona lettura e buon viaggio!
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.